Avvio del progetto nel 2006
ProSpecieRara è venuta a conoscenza della capra vallesana dal collo rosso nel 2016, in seguito alla segnalazione di un attento allevatore di capre nell'Oberland bernese. Ricercando tra le pagine di libri storici e raccogliendo informazioni da vecchi allevatori è emerso che tra gli effettivi di capre vallesane dal collo nero ci sono sempre stati dei capi dal collo rosso, ovvero capre la cui parte anteriore del corpo, anziché essere nera, si presentava di color rosso ramato chiaro. Poiché dal punto di vista numerico gli animali di questa varietà erano sempre stati più rari e gli allevatori del Vallese si concentravano soprattutto sull'allevamento di capre dal collo nero, la razza dal collo rosso non era stata considerata all’introduzione del registro genealogico ufficiale oltre 100 anni fa. Di conseguenza, non ottenne standard di razza e di fatto non venne più ritenuta meritevole di promozione, talché da allora risultava inesistente. I capi dal collo rosso che nascevano erano considerati tarati e solitamente finivano sul banco del macellaio, venduti come capretti.
Nel 2006, quindi, era rimasto un numero esiguo di allevatori che, indipendentemente dalla zootecnia ufficiale, allevavano capi dal collo rosso, o perché conoscevano questa varietà dal passato o semplicemente perché questa attraente capra piaceva. È grazie a queste poche persone se, fino alla primavera del 2007, ProSpecieRara è riuscita a rintracciare 28 animali viventi di questa varietà, con i quali ha avviato un ambizioso progetto di salvataggio.
Inizia la ricostituzione
Avviare un progetto di salvataggio con un numero così ridotto di esemplari costituisce una grande sfida e presuppone soprattutto una stretta collaborazione tra tutte le aziende. Perché solo con un programma di allevamento mirato si riescono a evitare problemi di consanguineità e perdite in termini genetici. In quest'ottica, il 6,25% è un valore di centrale importanza: il coefficiente di consanguineità non deve superare questa soglia. Tale regola assicura che non vengano accoppiati capi con legami di parentela troppo stretti, perché ciò potrebbe dar luogo a capretti con deformità o malattie genetiche, ma soprattutto causerebbe un impoverimento genetico. Per tenere basso il coefficiente di consanguineità, tutti gli accoppiamenti previsti devono essere prima calcolati con l’ausilio del programma del registro genealogico di ProSpecieRara. Se i valori risultanti sono troppo elevati si deve rinunciare all'accoppiamento e trovare un becco alternativo. Negli anni passati gli allevatori hanno collaborato efficacemente e all'inizio del 2013 – sette anni dopo il suo l’avvio del progetto – il registro genealogico annoverava già 180 capi.
Missione: conservare il patrimonio genetico
A fronte di un effettivo in crescita, oltre a tenere sotto controllo i coefficienti di consanguineità è importante estendere il monitoraggio alla genetica complessiva. A questo scopo ci si avvale del valore di «presenza genetica», che indica in che misura la genetica dei singoli animali è presente nell'effettivo totale sotto forma di parenti viventi. Se il valore di un animale è basso, la sua genetica è poco presente e va promossa. Al contrario, vi sono animali con un numero di parenti viventi superiore alla media. In questo caso si cerca di porre un freno, ad esempio limitando la scelta di becchi di questa genetica. Poiché le morti e le nascite durante l'anno di allevamento modificano questi valori, l’allestimento di elenchi di animali rari e molto diffusi è un compito regolare della direzione del progetto.
Analisi scientifica del colore ramato
ProSpecieRara era convinta sin dall'inizio che salvando le capre dal collo rosso si sarebbero potute conservare preziose caratteristiche genetiche. Grazie all'aiuto dell'Istituto di genetica della clinica veterinaria di Berna, nel 2014 è stato possibile determinare l’origine del fenomeno della caratteristica morfologica più evidente, il colore ramato. Dopo diversi esami del sangue e analisi di laboratorio si è giunti alla conclusione che i geni del colore ramato sono unici. Da un lato, questa scoperta ha smontato l'obiezione che le capre dal collo rosso fossero incroci di altre razze caprine, dall'altro i dati degli scienziati sono anche serviti a capire meglio la trasmissione ereditaria del colore.
2013: la rinascita della capra vallesana dal collo grigio e della capra Sempione
Il progetto di recupero della capra dal collo rosso ha riportato sotto i riflettori una capra vallesana pressoché dimenticata, ad alto rischio di estinzione e praticamente sconosciuta. Per decenni si conoscevano solo le capre dal collo nero, ora però tutti parlavano anche delle «altre capre vallesane». E improvvisamente si iniziò a menzionare anche le capre vallesane dal collo grigio e le capre Sempione, che in effetti c'erano sempre state pure loro. Subito ProSpecieRara istituì un registro genealogico anche per questi animali e dal 2013 registra tutti i capi viventi con il nome capra dal collo grigio (per gli esemplari con il collo grigio) e capra Sempione (per gli animali dal manto interamente bianco).
ProSpecieRara considera le quattro varietà di capre vallesane come razze individuali. Tutte le quattro varietà di capre vallesane devono essere classificate come minacciate. Ogni nuovo allevatore è importante e benvenuto con l’auspicio che l'effettivo continui a svilupparsi positivamente.