Brevetti sulle sementi – natura privatizzata

In origine, i brevetti sono stati sviluppati per tutelare l’invenzione di beni industriali. Solo pochi sanno tuttavia che negli ultimi anni sono stati rilasciati sempre più brevetti anche su piante comuni, come i peperoni o i broccoli, e quali sono le ripercussioni di questa prassi.

Per proteggere un’invenzione si ricorre al brevetto, una soluzione che impedisce ad altri di avvalersi del prodotto, accessibile solo con l’acquisto della corrispondente licenza. Al deposito della domanda, l’ufficio brevetti verifica che siano soddisfatti i criteri «novità», «attività inventiva» e «applicazione industriale». Un brevetto rilasciato dall’Ufficio brevetti europeo può essere fatto valere in tutti i 38 Paesi membri che hanno aderito alla Convenzione sul brevetto europeo (CBE), tra cui la Svizzera.

La brevettabilità delle piante
Secondo l’articolo 53 lettera b CBE, non vengono concessi brevetti europei per «le varietà vegetali o le razze animali come pure i procedimenti essenzialmente biologici per l’ottenimento di vegetali o di animali». Questo principio è stato allentato alla fine degli anni 1990 con l’introduzione di una direttiva secondo cui le piante sono brevettabili nella misura in cui l’«invenzione» (p.es. una determinata resistenza) non sia limitata a un’unica varietà. A differenza del diritto di protezione delle varietà, un brevetto può quindi includere numerose varietà.

Cronaca della monetizzazione della natura

  • Se all’inizio venivano brevettate soprattutto piante geneticamente modificate, negli anni sono stati rilasciati centinaia di brevetti su piante selezionate in maniera convenzionale.
  • Due precedenti (un brevetto su pomodori e uno su broccoli) hanno scatenato in seno all’Ufficio brevetti europeo una discussione di principio, tuttora in corso, sulla brevettabilità di piante e animali selezionati con metodi convenzionali.
  • Nel frattempo, a livello politico in Europa sono perlopiù tutti concordi nell’affermare che le piante selezionate convenzionalmente non debbano essere brevettabili, ciò che era già stato chiesto in una risoluzione del 2012 del Parlamento europeo.
  • Nel 2017 la Commissione europea ha stabilito in un suo parere che la direttiva europea sulla brevettabilità delle invenzioni biotecnologiche vada effettivamente interpretata in questo modo. Anche il Consiglio di amministrazione dell’Organizzazione europea dei brevetti in cui siedono tutti i 38 Paesi membri, tra cui la Svizzera, ha aderito a questa interpretazione e modificato in tal senso l’ordinanza di esecuzione della CBE.
  • Nel dicembre 2018 la Camera dei ricorsi dell’Ufficio europeo dei brevetti è tuttavia giunta alla conclusione che questa nuova regola sia in contraddizione con la CBE e che pertanto non possa essere applicata. Al momento la situazione giuridica è dunque tutt’altro che chiara.

Le ripercussioni dei brevetti
Contrariamente al loro scopo originario di proteggere le invenzioni e quindi di stimolare lo spirito innovativo, i brevetti sulle sementi limitano fortemente l’innovazione nell’ambito del miglioramento genetico delle piante: altri selezionatori/selezionatrici e agricoltori/agricoltrici non possono infatti utilizzare liberamente le sementi brevettate come base per ulteriori selezioni, a differenza di quel che accade con la protezione delle varietà. Per questa ragione, oltre agli agricoltori/alle agricoltrici e alle organizzazioni ambientaliste, anche la maggior parte dei selezionatori/delle selezionatrici si sta nel frattempo opponendo ai brevetti sulle sementi convenzionali.

I brevetti portano a una concentrazione sul mercato, nel quale non c’è più spazio per le piccole e medie imprese che non possono permettersi brevetti propri.

Minore concorrenza e innovazione provocano l’aumento dei prezzi e la riduzione della scelta di ortaggi. A lungo termine, tutto questo mette a repentaglio la sicurezza alimentare.

I brevetti su piante convenzionali proteggono in genere caratteristiche naturali (p.es. una resistenza) già esistenti. È ad esempio il caso di un brevetto rilasciato su un peperone della Syngenta, che ha incrociato un peperone selvatico della Giamaica resistente ai parassiti – a cui è arrivata attraverso una banca dei semi olandese – con una varietà commerciale. Simili brevetti privatizzano materiale prima pubblicamente accessibile.

Che rilevanza hanno per ProSpecieRara i brevetti?
ProSpecieRara vorrebbe che le sementi custodite nelle banche genetiche e nelle raccolte – anche di ProSpecieRara – rimangano a libera disposizione dei selezionatori/delle selezionatrici e degli agricoltori/delle agricoltrici. Ci opponiamo ai brevetti sulle piante convenzionali perché possono limitare questo accesso e per le loro ripercussione sul settore delle sementi (v. sopra).

Nel quadro della rete europea di ONG critiche nei confronti dei brevetti No Patents on Seeds ProSpecieRara, che siede nel Comitato, si batte anche sul piano della CBE contro i brevetti sulle piante, perché quelli rilasciati dall’Ufficio brevetti europeo nella sua sede principale di Monaco di Baviera sono validi anche in Svizzera. No Patents on Seeds persegue i suoi obiettivi presentando ricorsi all’Ufficio europeo dei brevetti contro determinati brevetti e facendo opera di lobbismo.
In Svizzera, ProSpecieRara si impegna con Public Eye e Swissaid per contenere le ripercussioni di questi brevetti.